Scritto da Scritto da Gianluca Franco - Categoria Fotografia on .

Parco dei Nebrodi:

La cascata del Catafurco, che ricade nella frazione di San Basilio del comune di Galati Mamertino. Le acque del torrente S. Basilio precipitano fragorosamente da una parete alta circa 30 metri. Un itinerario naturalistico che permette di stare a stretto contatto con la natura, per arrivare alla cascata bisogna percorrere circa 5 km su una valle fluviale, passando per piccole sorgenti montane. Poco prima della cascata sulla destra c è una scaletta dove scendendo si può incontrare la statua della madonna posta in una piccola grotta avvolta dall’humus “la grotta delle lacrime di Maria”.

 

Di vibrante protesta (un disco con i brani di Fabrizio De Andrè) 2009

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Artisti: Gianluca Franco / Salvo Giordano
Album: Di vibrante protesta
Anno: 2009  DOWNLOAD
 
01) Introduzione
02)  Disamistade
03)  Princesa
04)  Le acciughe fanno il pallone
05)  la bomba in testa
06)  Ho visto Nina volare
07)  Orchestrale
08)  Disamistade (strumentale)
09)  Ho visto Nina volare (strumentale)

L’idea di fare un disco con le canzoni di Fabrizio De Andrè è venuta fuori per caso nei giorni del decennale della sua scomparsa (2009). In questi anni molti hanno messo le mani su questi brani, ma noi volevamo essere più estremi. Abbiamo stravolto completamente i suoni di queste canzoni senza sminuirne la poesia e il  significato anzi, arrangiamenti diversi che conducono allo stesso risultato. Certo sulla carta poteva sembrare un’operazione impossibile, invece l’esperimento sembra essere riuscito. E poi non è altro che un piccolo omaggio ad un artista che ha rivoluzionato il concetto di musica leggera, facendo della canzone un vero e proprio vettore di poesia e non solo...

Solo la bellezza dell’arte inizia l’animo umano alla conoscenza e lo accompagna nel mondo. Fabrizio De Andrè con le sue canzoni ha portato la speranza nella disperazione. Il poeta parla dal profondo delle sue storie, dall’intimità dei tropici desolati o dei paesaggi lussureggianti, canta dal ventre dell’idioma. Nessuno riuscirà a fermare la meraviglia di questa “musica libera” dalle più impercettibili orme della nostra peritura volontà di canto. Di spalle al mondo, alla polvere, al tiepido mulinello di nostalgie e sogni e di effimere rappresentazioni, questa leggera fabbrica si eleva grazie al solo miracolo di aver vinto il tempo e le sue arguzie più recondite. Appena ascoltata, si trasforma, cambia luogo e ci sorprende da un angolo dove mai sospettavamo che apparisse. Non ha segno questo dono di eternità che, senza appartenerci, ci riscatta dall’uso e dalle abitudini, dai giorni e dal pianto, dalla gioia e dalla sua cenere volatile. Questo disco è un piccolissimo omaggio ad un grande uomo del nostro tempo, per non dimenticare che l’eccellenza annulla lo spazio temporale.

Buon ascolto!!
Gianluca Franco e Salvo Giordano
http://www.gianlucafranco.com/index.php/discografia
 

Disordine (il racconto musicale di uomini costretti alla clandestinità) 2009

 disordine    
Artisti: Gianluca Franco / Salvo Giordano
Album: Disordine
Anno: 2009
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01) Sotto il mantello della luna
02) Con l’ultima sigaretta accesa
03) La vita che non ci appartiene
04) In volo nella notte
05) Disordine 

“Disordine” viene fuori dalla volontà di raccontare attraverso la musica e le parole un momento della nostra vita assai “disordinato”. E’ un insieme di suoni, ritmi, strumenti, ambienti musicali diversi tra loro. Si raccontano piccole storie quotidiane, fatiche di uomini costretti alla clandestinità, storie d’amore anomale e complicate proprio perché per nulla “speciali” e del tutto “normali”.

Un disco di musica “altra” a dispetto delle mode passeggere e delle canzoni tutte uguali trasmesse dalle radio sottomesse al regime del mercato, che angustiano i nostri timpani stanchi. Un disco da consumare nella solitudine di una stanza o durante un viaggio preferibilmente notturno. Un percorso musicale che difendiamo perché ci ha portato a fare la nostra conoscenza. Così siamo finiti nelle grinfie di questi suoni, persi in ore di gioia e in qualche istante di timore. Abbiamo provato a dare un senso e a non porre limiti al nostro “disordine”. I frutti di questo strano esperimento si trovano in questi brani.

Buon ascolto a tutti!!

http://www.gianlucafranco.com/index.php/discografia


TU NON SAI - ALDA MERINI
Tu non sai : ci sono betulle che di notte
levano le loro radici,
e tu non crederesti mai
che di notte gli alberi camminano
o diventano sogni.
Pensa che in un albero c'è un violino d'amore.
Pensa che un albero canta e ride.
Pensa che un albero sta in un crepaccio
e poi diventa vita.
Te l'ho già detto : i poeti non si redimono,
vanno lasciati volare tra gli alberi
come usignoli pronti a morire.

Scritto da Scritto da Gianluca Franco - Categoria Fotografia on .

L’altipiano dell’Argimusco è un luogo ancestrale sito nell’isola di Sicilia, un luogo dove la Natura ha creato pietre millenarie dalle figure antropomorfe e zoomorfe. Ritroviamo così il megalite del Serpente o del Mammuth, quello del Sacerdote o dell’Orante. L’emblema dell’area rocciosa è però il megalite dell’Aquila, una grande pietra che ha la forma di un’aquila con le ali aperte e la testa rivolta a sud, verso la mole del vulcano Etna.

Ci troviamo nel territorio di Montalbano Elicona, in provincia di Messina, laddove l’asprezza dei Peloritani lascia spazio alla dolcezza dei Nebrodi. L’Argimusco fa parte della Riserva Naturale Orientata del Bosco di Malabotta, e ciò che colpisce subito il visitare una volta raggiunta la parte centrale dell’area megalitica è il panorama a 360 gradi: verso nord il mar tirreno con le isole Eolie, a est le colline con la splendida Rocca Novara ed il mar Ionio, a sud l’Etna mentre a ovest i monti che degradano verso il palermitano.
Alcune storie leggendarie narrano che furono i Giganti i primi abitanti della Sicilia, ed ancora oggi è difficile non pensare alla mano di uomini ciclopici guardando i giganteschi megaliti presenti nell’area dell’Argimusco.

Ma come sappiamo i megaliti dell’Argimusco sono stati modellati dall’azione dell’acqua e del vento, e solo successivamente l’uomo è intervenuto antropizzando il luogo. E’ certo infatti che ad un certo punto dell’antichità l’uomo scoprì questo luogo magico, iniziando a frequentarlo, a contemplarlo ed a utilizzarlo. Tra gli svariati motivi di utilizzo, uno tra tutti acquisì ben presto primaria importanza: l’osservazione del cielo.

Così le rocce megalitiche e l’intero paesaggio furono scelti per praticare l’astronomia, per osservare i movimenti degli astri, giungendo a scoprire l’alternarsi delle stagioni e fissare le basi per un pratico e utile calendario. Ciò è accaduto migliaia di anni fa in diversi luoghi della Terra; e sembra che ciò sia avvenuto anche all’Argimusco, un pianoro dove si svolgevano riti sacri, dove la terra si unisce al cielo formando un vero e proprio paesaggio sacro. 

Molte delle pietre presenti all’Argimusco furono dunque lavorate per fini precisi, ed ancora oggi è possibile osservare gradini intagliati, pietre sbozzate, cavità rettangolari, tombe e palmenti rupestri.

E così ancora una volta la Sicilia, terra di popoli e viaggiatori, e straordinario contenitore di tradizioni provenienti da civiltà diverse, sembra possedere anche un sito archeoastronomico molto importante, un’area megalitica che da molti è stata già definito come la ‘Stonehenge siciliana’.

Dott. Andrea Orlando | astrofisico
www.archeoastronomia.com
archeoastronomo.blogspot.it
Foto di Gianluca Franco

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